Giancarlo Ciccozzi, nasce all’Aquila nel 1973
Sin dagli inizi del suo percorso artistico, si evince la sua predilezione per l’arte informale. Dagli anni ‘90 iniziano gli studi sui grandi maestri come Burri e de Kooning, Rotcho e Mariani, frequentando anche il laboratorio di quest’ultimo.
La sua arte è “puro caos controllato” della materia e delle forme, come risultato di gesti manuali impressi sulla tela e sui supporti con una tecnica unica assai raffinata. Utilizza materiali come pietrame,gessi,collantispecialiecolladiconiglio,pigmentiditerrelontane,juta,linoecartaantica, visibili nelle serie “Trasposizioni”, nei “Cementi” o nei“Catrami”.
E’ chiaro che la prospettiva del domani è nell’attualità dell’arte; difatti, procede, in un quotidiano gioco sottile di rimbalzi ad avanzare continuità perlustrative in una continua e viscerale temperie.
Orizzonti, profili, panorami s’interconnettono nell’orientata guida di caratterizzare ancor di più la sua cifra stilistica. Il suo cammino è sempre più accattivante, va verso l’impegno sincero; le sue impostazioni colgono, avvertono e percepiscono scarti finitimi di codici e più consistenti e brillanti scambi di confine. L’artista con la sua pittura riesce a incardinare interessi innovativi, chiari e netti.
Intriganti penetrazioni e incursioni raggiungono lo spazio ed, emotivamente, lo invadono.
Costanti seduzioni viaggiano in dinamiche estreme e codificano redazioni con amalgami, convincentemente, icastici e in misura tattile, quasi di, indispensabile, senso corporeo.
Le scene, nella discrezionalità rigorosa degli impianti astratti, sfuggono alle iconografie e interpretano sentimenti densi di sfida.
Non ricorre a sviluppi multimediali, ma a gettiti emotivi personali e a gesti nuovi, e, nel contempo, cerca di assegnare sostanza agli intervalli riflessivi d’ordine operativo e coglie, nelle sue combinate e interessanti plastico-pitture, certezze acute e una rete di varchi e di aperture.
I suoi intendimenti indugiano sui clamori di piaceri diretti e mantiene un composto contatto con i sentieri del limite e dell’estremo, che non ravvede, però, come preclusivi.
Fortisentimentidiriappropriazioneesteticalospingonoacolmarelatelabiancaeanonvederlapiù liscia, ma sempre più materica, e, allora, legge i sussulti quotidiani, mai sereni, in una controllata, profonda ed estesa presa di coscienza, pienamente corroborata anche dalla disamina di ciò che è stato sedimentato, e che regge, accuratamente, per raggiungere “l’esprit dumonde”.
Il “focus” della sua azione pittorica cala il suo interesse con interpretazioni determinate sulla “comédie humaine”.
Esplicita, estroflette e condensa un particolare codice linguistico di caratura informale e in un intenso carico di immagini, vivaci e vitali, in cui segmenti e cromie potenziano e consolidano visioni e osservazioni rilevanti e costanti, risolve un piano comunicativo con argomentazioni avvedute.
Le sue opere ottengono con l’affondo nella materia conferme di squarci di luci e di verità, spaccati filigranati, riassunti laceranti, increspature guizzanti.
L’artista configura, con sintomatica abilità, spessori sulla tela per nutrire cromatismi decisi, perché palpitino compensi di umori e s’inseguano ambienti recettivi e sfere di sentimenti.

BIENNALE INTERNAZIONALE DEL TIRRENO 2020
Sono ufficialmente aperte le selezioni per la seconda edizione della Biennale del Tirreno