Mi chiamo Maddalena Cenvinzo e sono una pittrice, scrivo dalla provincia di Caserta ma sono di origini vesuviana.
Il mare è la mia vita e la più grande ispirazione, ho partecipato a tanti eventi artistici, sono una persona soddisfatta di se stessa, ho 53 anni e adesso sono a letto, perché #restoacasa per l’emergenza della pandemia , che ci costringe a casa, ma io sono fortunata, nel senso che sono abituata a ritmi lenti, e ormai adoro la lentezza, sono una pittrice autodidatta, ho iniziato a dipingere 17 anni fa, perché la mia carriera non doveva essere di pittrice ma altro, docente di diritto ed economia negli Istituti Superiori, perché ho una laurea diversa e che non appartiene proprio al mondo dell’arte. Decenni fa ho avuto la diagnosi di Sclerosi Multipla e purtroppo ho una forma aggressiva di Sclerosi Multipla, che in poco tempo mi ha costretto su una carrozzina e stare sempre a letto per riposo forzato.
Siccome decisi di non voler essere docente , iniziai a coltivare le cose che amavo, e ho coltivato le mie passioni : pittura e scrittura.
la pittura mi ha insegnato tante cose, sopratutto la consapevolezza di avere dei limiti, ma in una tela, pur essendo uno spazio definito e limitato, nella tela i miei limiti si annullavano. Per anni e anni ho dipinto senza esporre, fino a quando ho preparato un progetto molto importante per me, comunicare con un linguaggio visivo diverso da una carrozzina , la Sclerosi Multipla. Ho preparato una serie di quadri che erano la Sclerosi Multipla raccontata con il linguaggio dell’arte.
Un progetto che mi ha emozionato molto, perché per la prima volta in Italia, qualcuno raccontava i sintomi di una patologia con il linguaggio pittorico.
Grazie a questo progetto che era il mio sogno che ho realizzato in pieno, ho avuto il coraggio di esporre le mie opere, i miei scritti, racconti e poesie e vincere anche premi nazionali di pittura e poesia e di racconti.
Le mie opere poco si discostano alle mie parole, infatti ad ogni mia opera, abbino una mia poesia, oppure un racconto.
La mia prima Mostra Personale la chiamai ”Oltre”, infatti divenne una kermesse culturale, dove parteciparono molte associazioni , maestri, poeti, scrittori e filosofi e poeti con disabilità. La mia mostra personale abbracciò ogni diversità, dal pensiero al colore della pelle alla diversità delle parole. Il mio Oltre era abbracciare tutte le diversità senza eliminare le differenze.
La mia opera pittorica non riguarda solo me stessa ma ha uno scopo sociale, quello di portare un messaggio a tante persone come me, che tutti noi possiamo superare i nostri limiti, perché l’immaginazione limiti non ne ha e non ha neuroni, quindi nessun sistema immunitario ci può privare di immaginare i nostri sogni e realizzarli.
le mie opere sono quasi tutte ad olio, anche se ricerco sempre nuove tecniche per poter esprimere visivamente sempre meglio , i miei messaggi che sono di inclusione e positività.
Personalmente non ho grandi sogni, il mio sogno più grande è vedere un mondo dove ognuno sia incluso. Tra poco avrei avuto un’altra mostra personale, in cui mi sono dedicata ad opere con tecnica mista e a olio, dove rivolgo il mio sguardo alle donne. Le donne sono importanti, perché donna è la Terra Madre, donna è la creatività, donna è la luna, donna è il mistero della creazione e della connessione profonda con il mondo spirituale, una connessione intima che diventa continua ricerca interiore. Le mie opere non sono ispirate a nessuna scuola, se non la mia anima e la mia immaginazione, ogni pezzo è unico, perché non ripeto mai un’opera. La pittura è un mezzo per connettermi con quella parte di me stessa, la tela è un mezzo attraverso questo colloquio .
La pittura ed ogni opera è un viaggio in cui porto con me chi guarda l’opera.
Purtroppo la pandemia ci ha fermati, ma non può fermare la voglia di raccontare, sia con le parole che con i pennelli. Uso raramente la spatola.
Il mio futuro io non lo programmo mai, ma so che avevo un’agenda piena di impegni.
Riesco a essere pittrice solo se lego me stessa al mio messaggio di andare oltre i propri limiti, abbattere il pregiudizio, abbattere ogni barriera mentale e architettonica.
Il futuro io spero e lo vorrei vedere consapevole, un futuro fatto pieno di umanità e solo l’arte e la bellezza, ci rende umani.
Mi piacerebbe che la mia pittura arrivasse a tutti, perché più forte arriverà il mio messaggio.
Stare a casa non mi fa paura, ma ho paura di un mondo senza umanità. Il mio prossimo progetto sarà portare le mie donne in tutta Italia, perché in Sclerosi multipla le più colpite sono le donne, rispetto agli uomini.
Mi manca molto il mare, mi manca andare in un bosco e se potessi farei scultura ma le mie mani non permettono. Riesco a dipingere solo con i pennelli lunghi e dipingo con un solo braccio stando seduta. Ma sono una persona che ha sempre visto il futuro come una grande opportunità : migliorarmi come persona e come essere umano.
Vorrei sempre avere la possibilità di parlare delle mie opere, non per raccontare me stessa, ma per raccontare un mondo invisibile. Quando partecipo agli eventi non si vedono tantissimi artisti in carrozzina, ma anche poeti e scrittori. Vorrei che fossero di più, che prendessero il coraggio di esporsi non come persone con disabilità ma come persone. In fondo una poesia, un’opera, un racconto non ha le rotelle, ho la sclerosi multipla ma non sono una patologia, io sono e resterò sempre una persona di nome Maddalena Cenvinzo, che è seduta su una carrozzina ma questo poi non è più importante, perché la bellezza di un’opera, un racconto o una poesia non lo decide una carrozzina. Sono una persona e se volete darmi un nome chiamatemi Maddalena e sono e sarò sempre una pittrice, poetessa e scrittrice.
Maddalena Cenvinzo
