Arriva un momento, solitamente di sera quando la tua parte di mondo è avvolta da una coperta scura, in cui la morsa allo stomaco si fa più stretta e nella testa girano quei numeri fatti di paura, dolore, speranza. Il bollettino è stato letto già da qualche ora ma a quei numeri non puoi fare a meno di associare la carne umana a cui appartengono. Carne fatta di sogni, futuro. O morte.
Guardo il mio gatto che dorme sereno, guardo la gattina che ha scelto casa mia come casa sua, senza chiedere il permesso, e mi sento bene per qualche istante. Sorrido.
Penso ai miei figli e scaccio dalla mente i pensieri cupi.
Tornerà la salute, come la luce dopo la notte. Tornerà la voglia di creare, di prendere in mano i pennelli, o la macchina fotografica e dare voce all’anima.
Intanto viaggio. Con la mente. Perché il bello di noi umani è la capacità di volare con la fantasia. Attraversare il tempo e i luoghi pur rimanendo seduti in un angolino di casa.
Sento di incamerare emozioni che prima o poi esploderanno, usciranno fuori in qualche modo, anche se oggi ancora non ne conosco la forma e l’intensità.
Aspetto. Penso. Bevo intrugli e mangio fuori orario. La mia arte sa aspettare. Lei e io sappiamo aspettare e intanto spaziare oltrepassando le pareti di questa casa.
#iorestoacasa
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