Ciao a tutti, ciò che faccio nella vita mi porta a sperimentare colori, forme e emozioni, in due parole, sono un’artista contemporaneo e il mio nome è Dale. Questa situazione particolare pone l’accento sulla sperimentazione di nuove forme di contatto e relazione, il racconto sicuramente offre dunque un buono spunto. Solitamente non si racconta un’opera d’arte, è preferibile lasciare a chi osserva la possibilità di sognare, assaporare e interpretare la stessa come preferisce. Non vi racconterò tutto, promesso, vorrei condividere con voi solo qualche chiave di lettura sull’opera “odi et amo”.
Odi et amo nasce come un ritratto contemporaneo della riammissione al contatto con l’altro.
L’impianto della struttura di questi due corpi richiama le antiche opere classiche, così come il titolo, ma con due chiavi attuali.
Lo sfondo neutro pone il riflettore sui due corpi che si sviluppano centralmente, si fondono pur rimanendo separati nel momento del bacio. Il contatto dall’essere ostracizzato torna ad essere parte della quotidianità, in un momento eterno di intimità che libera le emozioni.
Il corpo da frontiera invalicabile diviene passaggio e collegamento dell’amore.
Oltre al ritrovamento del contatto tra i corpi, “odi et amo” si fa portavoce anche della contraddizione insita all’essere Italia, un paese tanto amato quanto a volte detestato; la duplicità dell’ossimoro di una meraviglia decadente.
Queste poche righe che ho condiviso con voi svelano qualche retroscena “dietro le quinte” di questa opera.
Vi ringrazio per il vostro tempo.
#iorestoacasa
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