“Come fuori, così è dentro”.
Su questo pensiero ho concentrato la mia attenzione durante il periodo di quarantena. L’animo umano che giace in ognuno di noi, non si può vedere ma solo ascoltare. È un essere vivente che si emoziona, si autoalimenta, si spezza e si rigenera. Fa il suo lavoro.
Madre natura compie lo stesso processo. Il vasto universo pure. Nell’insieme, siamo elementi che si rispecchiano l’un l’altro e di conseguenza, si influenzano a vicenda.
Quello che sta accadendo a livello mondiale non è solo la pandemia di una malattia che colpisce lo stato fisico. È soprattutto un veleno, che si espande e di estende nella psiche delle persone, portando in superficie emozioni contrastanti.
Per l’artista è impossibile nascondere.
Chi più di esso può permettersi di trasformare l’immaginario, imprimendolo nella realtà?
Il suo dono gli permette di immergersi completamente in uno stato profondo dell’essere, e di dare voce all’anima.
Fin da bambina, ho guardato agli artisti come supereroi, creatori di opere immortali.
Volevo essere uno di loro. E quest’oggi mi ritrovo qui, a scrivere una storia per raccontare una mia opera.
Che piaccia o no, che venga scelta o no, è irrilevante. Quello che so per certo, è che anch’io sono riuscita a trasmettere qualcosa. Il compito e il dovere di ciascuno, soprattutto in momenti delicati come quello che stiamo attraversando, è di mettersi al servizio dell’umanità. Per ricordarci che se qualcosa ci distrugge, non siamo disarmati, ma abbiamo le potenzialità per guarirci.
Questa è arte per me.
L’opera che ho concretizzato, rappresenta proprio questo concetto.
Innanzitutto, sullo sfondo c’è un agglomerato di rifiuti che personalmente ho raccolto, ripulendo una zona boschiva nei pressi della mia abitazione, riscoprendo il piacere di respirare la bellezza della natura. Al centro ho deciso di elevare il calco della mia stessa mano, come simbolo del dare e ricevere. Le dita sono in posizione rilassata, come a significare l’accettazione della paura, avendo coscienza che dall’altra parte qualcuno farà lo stesso, tendendo la propria.
Il titolo “Petroleum” vuole essere una metafora. Oltre al Covid-19, l’argomento più diffuso ai giorni nostri è l’inquinamento del pianeta.
L’elemento sovrastante e degenerante, nonché causa primaria del problema, non è forse l’utilizzo malintenzionato del petrolio?
Tra le due parti ci vedo notevoli similitudini.
I colori scelti per lo scenario sono vivaci, forti, spiccano. Richiamano il creato. Mentre alla base della mano, vi è una fuoriuscita di color nero, che indica l’abisso dell’animo, dove nasce anche la forza di autorigenerazione. Come Madre terra adotta il sistema di biodegradazione, anche l’essere umano ha la capacità di reagire e autoconservarsi.
Restiamo umani.
#iorestoacasa
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