Come ero e come sono
Come ero
La matita è stata la linea assoluta della mia vita. Il disegno mi ha aiutato a vivere. Tra ombre e luci c’era sempre la matita consolatoria e gratificante. Da ragazzina ho vissuto con la matita in mano sentendo l’aria, il sole sulla pelle, per dare alla luce me stessa in una continua ricerca tra equilibrio e inquietudine.
Il profondo ricordo della mia infanzia è che disegnavo ovunque non per riempire un mio vuoto ma per svuotare un pieno dentro di me. Quando non avevo fogli puliti, disegnavo sulle pareti del corridoio di casa tra la disperazione dei miei genitori che mano mano vedevano riempirsi le pareti dei miei segni, disegni e scarabocchi. Il rimprovero era perentorio e dovevo abbandonare questo mio disastro e impegnarmi solamente a studiare la geografia, la storia, la grammatica e l’aritmetica anziché disegnare e disegnare.
Il mio desiderio e la forte volontà mi ha permesso di continuare a tenere la matita in mano anche nei mei studi universitari di architettura con progetti, prospettive e disegni dal vero di monumenti. Anche dopo, da libero professionista, ho lavorato su monumenti architettonici sviscerando lesioni, inclinazioni dei piani, sezioni particolari e letture grafiche dei vari degradi.
Il disegno è parte di me, è meditazione, è imparare continuamente a vedere e a capire. E’ risvegliare magicamente l’immaginazione. Il mio futuro spero che possa essere sempre accompagnato dalla mia matita che nel tempo si è fatta accompagnare da pennelli di tutti i tipi..
Non posso disegnare o dipingere un albero o un mare o figure umane senza diventare in qualche modo come loro. La pittura deve vibrare sulla tela, deve suscitare emozioni, deve coinvolgere con lo scintillio delle pennellate.
Ora come sono
Sono senza parole. A febbraio 2020, un anno bisestile, uno sconosciuto e terribile virus venuto da lontano ha iniziato a fare il giro del mondo. Prima d’ora non era mai avvenuta una catastrofe così improvvisa, così devastante, così universale e ora mi interrogo sul senso e sul valore della vita.
Sto vivendo in assoluto isolamento. Fuori tutto tace tranne gli uccelli la mattina. Questo tempo surreale sembra sospeso in attesa di un nulla. A volte sogno un’epidemia di dolcezza e tenerezza. Adesso il mondo mi sembra freddo, spopolato dagli esseri umani. Il mio desiderio è che, invece, si costruisca un nuovo mondo fatto di pace, giustizia e fratellanza. Senza guerre, oppressioni, razzismi e soldi sulla pelle della persone.
La matita e il pennello scorrono ancora sulla tela. L’albero della quercia è l’immagine che ho sentito di dipingere contro il nostro malessere e disorientamento umano. Non posso dipingere la quercia senza immedesimarmi con questo albero della vita, forte simbolo di rinascita e di cambiamento che rappresenta tutto ciò che è vero, sano, stabile e nobile. Mi sembra di avere dipinto un albero per creare una speranza per me e per tutti.
#iorestoacasa
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