La figurazione di Cecilia Corso, in bilico tra Realismo Pope Astrattismo figurativo
L’arte contemporanea ha l’affascinante caratteristica di mescolare stili e movimenti pittorici che, nel momento in cui erano nati, sembravano voler tracciare un confine individuale che non sarebbe mai andato incontro a qualcosa di diverso. Poi però, come è tipico dell’era contemporanea, quegli stessi confini di sbiadiscono e il senso dell’individualità creativa sconvolge le regole assumendo le connotazioni di libertà espressiva.
Cecilia Corso ha una formazione artistica da autodidatta, dunque non mostra le influenze che provengono da studi accademici anzi, si avvicina spontaneamente a un linguaggio che sente suo, affine al proprio personale modo di essere e in grado di far ascoltare all’osservatore la propria voce. In un certo senso si divide principalmente tra il Realismo Pop, da cui prende la capacità di dar vita a ritratti e immagini perfettamente attinenti alla realtà, appunto, ma arricchiti dalle tonalità patinate della Pop Art, e l’Astrattismo, che utilizza per infondere atmosfera all’ambiente circostante necessario a concentrare il focus sull’emozione, sull’intensità della sensazione che desidera raccontare. Il Realismo le è necessario per descrivere volti, prevalentemente femminili, spingendo l’osservatore ad andare oltre il visibile, oltre lo sguardo che sembra voler celare qualcosa di più profondo; come nel vivere quotidiano nel quale l’essere umano tende a indossare maschere, altrettanto nelle opere della Corso viene messa in evidenza un’immagine di perfezione, quasi eccessivamente fascinosa, che però potrebbe nascondere insicurezze, conflitti interiori, o semplicemente pensieri e riflessioni che le protagoniste non vogliono far emergere. L’Astrattismo invece diventa fondamentale quando l’artista vuole sussurrare significati più intimi, più legati a un’interiorità che scalpita per uscire fuori, per liberarsi dalla tela e raggiungere l’emozione di chi si trova davanti al dipinto; in questo caso tutto ciò che è intorno alla figurazione principale, lo sfondo circostante, deve necessariamente essere sfumato e indefinito, quasi silenziosamente ovattato, perché deve essere funzionale a mettere in risalto il senso del messaggio che la Corso vuole imprimere sul dipinto. Ma il suo mezzo espressivo non si ferma alle due principali e più evidenti correnti pittoriche bensì si estende e trasversalizza prendendo qualcosa da molti altri movimenti artistici dell’Arte Moderna – Futurismo, Dripping, e i colori della Pop Art – che danno vita a una sua impronta del tutto personale. Simboli, concetti, oggetti nascosti dentro altro che solo a una più attenta osservazione si rivelano

BIENNALE INTERNAZIONALE DEL TIRRENO 2020
Sono ufficialmente aperte le selezioni per la seconda edizione della Biennale del Tirreno