In questo momento così difficile sto lavorando molto di più assistendo la fascia debole e nel tempo libero recupero le energie con l’arte per “aspera ad astra”.
#iorestoacasa
Raccontami la tua storia e verrà pubblicata sul nostro blog
Scritto da Associazione Culturale ArtetrA
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Scritto da Associazione Culturale ArtetrA
Dans mes Œuvres, je parle à travers des sujets calmes, Nature ,Paysage fleurs, villes et villages. qui sont un régal psychologique. Dans mes Œuvres récents je traite des situations sociales et humaines ..
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Scritto da Associazione Culturale ArtetrA
Il silenzio
Un cavallo a dondolo, un triciclo senza una rotella, un baule di legno verde colmo di bambole di pezza, tre bambolotti di plastica dura, una margherita gigante in legno colorato con lettere su ogni petalo…il silenzio…
Ho vissuto in albergo per venticinque anni della mia vita, perché figlia di albergatori. Quella è stata la mia casa fin quando non mi sono sposata. Ero sempre in contatto con molte persone, in ogni ora della giornata fino a tarda sera.
Quando avevo circa dieci anni mi piaceva molto salire di nascosto in soffitta. Mi piaceva quel silenzio, quel riscoprire cose che mi erano appartenute, ed è in quel silenzio della soffitta che dopo qualche anno ho avuto il mio primo studio.
In questi giorni ho risentito quel silenzio e allora mi sono voluta riappropriare dei miei ricordi da bambina, alla ricerca di qualcosa che mi potesse consolare…
E nel mutismo di questi giorni, in questo non rumoroso trascorrere del tempo ho scoperto sentimenti forti: la bellezza delle città vuote e silenziose, la libertà della natura, gli inni d’amore verso la nostra Patria, la premura dei miei figli verso di noi genitori, il mio amore forte verso di loro, la paura del contagio per i miei nipoti residenti nelle città più colpite da questa immane tragedia, il silenzio negli occhi smarriti del mio cane di nome Grosso…
Chiudo l’audio del televisore…voglio ascoltare solo gli occhi…
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Scritto da Associazione Culturale ArtetrA
LA SVEGLIA CHE SUONAVA
Avevo una sveglia che suonava.
Ma a me piaceva la pace
per odorare il profumo della libertà.
La sveglia scandiva il tempo
con il suo battere
come i tamburi.
Urlava come una matta
per farsi ascoltare.
A me piaceva la pace.
Mi piaceva la libertà.
Amavo la libertà in tutte le sue forme:
la libertà di espressione,
la libertà di pensare con la propria testa,
lontana da schemi rigidi,
distante da quadretti e righe
che imprigionavano la mente.
Amavo la curiosità,
i perché ragionati,
il cercare le risposte
a domande importanti.
Mi piaceva la libertà di spostamento.
Era bello poter andare in qualsiasi luogo,
camminare sulla sabbia
o su un sentiero che portava sulla vetta,
o incontrare una caverna.
Dentro la caverna c’erano molti uomini.
Pensavano che il mondo
fosse tutto nella caverna
e avevano paura della luce.
Ma la luce nel mondo fuori era ovunque.
Avevo una sveglia che suonava.
Ma io ero lontana
dove il tempo si era fermato
e potevo guardare ovunque i colori.
Nessuna prigione
poteva raggiungere quel tempo,
nessuna dittatura,
nessun progetto di virus con la corona.
Avevo una sveglia che suonava.
Ma io ero già sveglia.
Ormai già troppo lontana.
Tra i silenzi,
le musiche nei campi di cuori.
dove le libertà erano ovunque
e il calcestruzzo sugli occhi
era volato via da un pezzo.
Avevo una sveglia che suonava,
a volte gridava per farsi sentire meglio.
Ma a me non serviva più.
Loria Orsato ~ ©
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Scritto da Associazione Culturale ArtetrA
Quando il mondo sembra essersi fermato, la vita continua e la natura fa il suo corso, dove timida ma coraggiosa, riaffiora, riemerge e rinasce LIBERA in tutta la sua bellezza e purezza portando nel cuore di tutti noi un messaggio di speranza
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