L’Artista si racconta attraverso le sue preziose 5 risposte
Ringraziamo Simone Riccardi
Veronica: Se dovessi descrivere te stesso, cosa diresti?
Artista: Ritengo di essere una persona attenta e aperta alle esperienze nobili della vita, mi piace la condivisione visionaria con le persone attraverso i canali delle emozioni, dei sentimenti e di quegli antichi valori intrisi di meraviglia e di amore eterno da conservare e proteggere! E’ importante sentirsi parte di una comunità, difatti durante la mia crescita ho scoperto “una comunità del dolore e della meraviglia”, facce opposte di una stessa medaglia. Questo “doppio” mi sprona sempre a “ricercare” nuove sfide con me stesso; una fame imperialistica da raccontare attraverso i miei sogni. Una parte della società contemporanea è opulenta di volgarità, banalità, vacuità e oserei dire di una dilagante morte civile dell’uomo massificato alle estreme conseguenze; relegato dai sistemi sociali/politici ed economici a isola perenne tra le isole! Volete sapere perché la dimensione del sogno prevarrà sempre sulla stoltezza di chi è “nano nell’anima”? La poesia ci farà sempre sentire “molto più alti” di quanto potessimo mai pensare!
Veronica: Quando hai cominciato a percepire te stesso come Artista?
Artista: Vorrei fare una premessa: prima ancora di sentirsi un artista, tra l’altro un termine alquanto abusato e ormai privo di significato ai giorni d’oggi, un uomo dovrebbe innanzitutto sentire l’esigenza di formarsi culturalmente. E’ un percorso lungo e complesso e presuppone un impegno costante. Il principio di fondo lo si avverte nel “desiderio di fare” che è alla base della crescita educativa e formativa dell’individuo, prima ancora “del fare operativo”. L’essere artista per me è una condizione essenziale per poter dire: esisto anche io! Comunico, esprimo, traduco, attraverso le caratteristiche del mio linguaggio artistico. A partire dall’adolescenza ho seminato interessi nel campo dell’arte, della musica, della letteratura/poesia, del teatro, della filosofia, dell’antropologia, della sociologia e della pedagogia. Il tutto mi è servito per maturare un mio discorso ideativo da applicare nel campo dell’arte. Intraprendere un’attività artistica deve essere determinata da solide basi culturali, ideative e progettuali consone al proprio percorso di ricerca. Le competenze nascono dall’intenzione di acquisire con voracità conoscenze, abilità e metodologie innovative, non solo nel campo delle arti. Ma avere di fondo quella fame insaziabile di amore verso quel sentimento chiamato “desiderio”.
Veronica: Cosa provi mentre crei?
Artista: Cosa provo mentre creo? E’ una bella domanda! Non è semplice dare una risposta, in quanto si potrebbe replicare in modo ovvio e cioè dire che nel momento in cui creo mi assale una gioia indescrivibile di felicità! Quindi vorrei dare una risposta, la meno ovvia possibile. Sicuramente nel momento in cui ci si approccia al lavoro si cerca di stabilire un’operazione di analisi riflessiva su ciò che si dovrebbe andare a fare. Come abbiamo detto, l’operatività viene dopo aver maturato delle idee, le quali determinano la fase successiva, ciò che si traduce nel visibile. Dunque, come in un embrione, un‘opera nasce dall’invisibile, però resa possibile attraverso l’idea del visibile, grazie a delle strumentazioni e ai materiali a disposizione. Ecco, mi interessa definire “cosa provo mentre creo”: un tentativo e una necessità nel dare visibilità al mio “paesaggio dell’anima”!
Veronica: Qual è il messaggio implicito nelle tue opere, cosa vuoi trasmettere?
Artista: Mi piace indagare l’animo umano in tutte le sue diramazioni, capirne i significati e i simbolismi. Attraverso le mie opere cerco di trasmettere allo spettatore curiosità, interesse e desiderio di capire gli argomenti affrontati come la vita, la morte, la resurrezione ecc. Ma certamente, serve l’interesse convinto dello spettatore che ha desiderio di imparare e scoprire sentimenti in fondo universali che appartengono a tutti gli esseri umani. L’opera d’arte è espressione di “un campo di possibilità” di significati plurimi. Lo spettatore deve possedere la capacità dello scavo; potrei fare un esempio metaforico di un individuo che si trova posizionato sull’uscio di una stanza completamente buia. La sua decisione quale sarà? Questo è il bivio che determina il valore intrinseco di un uomo. C’è chi chiuderà la porta e se ne andrà, e chi avrà il coraggio di affrontare il buio, pensando di poter trovare “fonti di luce” fino a rendere visibile tutta la stanza e goderne della sua bellezza. La coscienza!
Veronica: Qual è il tuo sogno o aspirazione, cosa vuoi veramente?
Artista: Il mio sogno sarebbe quello di poter vivere del mestiere dell’artista, ma sappiamo benissimo che oggi è molto difficile far avverare questo desiderio, perché come disse un noto Ministro di cui non faccio il nome: “Con la cultura non si mangia”! Del resto è lo specchio dell’Italia, di un Governo che non investe sulla cultura, anzi sottrae costantemente i finanziamenti ad essa. Nonostante tutte le difficoltà del caso, dell’essere un artista in quanto tale, ritengo importante impegnarsi, produrre e promuovere il proprio percorso artistico in funzione della passione; che rappresenta il nucleo fondante della vera dimensione dell’artista. Perché lavorare per il solo scopo di poter diventare un artista famoso e poter guadagnare chissà quanto, credo che a livello di principio sia la strada più sbagliata! Esistono dei valori fondamentali da rispettare e bisogna battersi per difenderli a spada tratta, perché nel tempo saranno loro a fare la differenza tra un artista con l’A maiuscola e un buon artigiano dell’arte!
Ringraziamo vivamente l’Artista che ha condiviso con noi la sua esperienza.
Continuate a scrivermi, sarà un piacere condividere le vostre esperienze.